"Portavo avanti la mia attività motoria, avanti e indietro per il corridoio, 72 piastrelle, 54 passi, tra una ragazza che grattava l’intonaco dai muri per mangiarselo, quell’altro che doveva rinunciare al progetto di prendere a pugni una vecchia perché tenuto fermo dagli infermieri e l’anziano che usciva dal bagno con braghe e mutande abbassate e si accomodava così in sala da pranzo a guardare la televisione. Per dirne tre. Io camminavo, 54 passi all’andata, 54 al ritorno, con un occhio fisso all’orologio a parete quando la direzione era verso la porta d’uscita ben serrata, in attesa dell’ora della sigaretta e l’altro che ogni tanto, furtivo, cacciava uno sguardo nella stanza 5, quella bella col pavimento verde chiaro".
La chiave di volta sta nel non dimenticare il passato, ma guardare al futuro, pur tenendo i piedi piantati nel presente. Solo così si potrà riuscire a mantenersi in equilibrio. Non dimenticare il passato, ma perdonarsi e trovare una conclusione. E poi, sorridere, sempre, di cuore. La sindrome bipolare non è facile, non si guarisce, ma la si può gestire e controllare. A volte bisogna passare per l’inferno e attraversare anelli di fuoco. Non esistono formule magiche che la facciano sparire. Esistono cure che la tengano sotto controllo. E una rete di sostegno. Amici, parenti, compagni di vita. La cosa importante è parlarne e smettere di vergognarsi. Il libro mette a nudo le dinamiche della malattia, esponendole e presentandole e Marco le presenta attraverso il suo personale racconto.
L'autore Marco Fleming dialoga con Arianna Cosmelli, psicologa e psicoterapeuta.
Marco Fleming nasce a Milano il 17 aprile 1973. Inizia a lavorare giovane, nel campo dell’informatica. Bipolare ciclotimico, non riesce a tenersi un posto di lavoro per più di due anni di fila, esclusa qualche eccezione, praticando i più svariati mestieri. Durante l’esplosione della malattia è edicolante: la patologia lo porta a perdere anche questo lavoro e a insinuarsi nei meandri della patologia psichiatrica che lo porteranno a lunghi periodi di ricoveri in reparti psichiatrici. Sconfitta la malattia ha cominciato a viaggiare, si è trasferito a Pescara dove ha deciso di mettersi in piazza e raccontarsi.
Attenzione! Bookowski utilizza cookie a scopi funzionali e analitici per migliorare la tua esperienza di navigazione. Proseguendo la navigazione acconsenti all'uso dei cookie. Per maggiori informazioni, leggi l'informativa sui cookies.