La differenza tra la concessione fascista e il diritto sociale democratico non è solo nella sostanza, ma anche nel metodo attraverso cui viene raggiunta. L’azione nonviolenta è un esercizio di emancipazione collettivo, di uso del potere per affermare un diritto e pretendere la sua attuazione. Rivendicato e ottenuto il diritto, poi, il cittadino non ha bisogno di ringraziare nessuno.
Questo libro parte da un’idea: che la nonviolenza sia efficace e, comunque, necessaria. Ma soprattutto che sia una pratica attualissima. Un rifiuto attivo, che si realizza in una proposta filosofica e soprattutto pratica. Questo approccio ottimistico ma concreto alla realtà è in grado di sostenere una rivoluzione permanente: non solo nel rifiuto (della guerra, dell’autoritarismo, della violenza), ma nella ri-evoluzione della società, mezzo per l’affermazione dei diritti, la trasformazione dei rapporti, la distribuzione del potere di tutti. La nonviolenza diventa la lente privilegiata per interpretare il contemporaneo, che abbonda di discriminazioni, abusi, tendenze totalitarie: non un riutilizzo di una pratica già nota, ma l’attualizzazione ragionata di una proposta fondamentale.
L'autrice dialoga con Norma Bertullacelli.
Roberta Covelli è nata nel 1992 in provincia di Milano. Si è laureata in giurisprudenza con una tesi su Danilo Dolci e il diritto al lavoro, grazie alla quale ha vinto il premio Angiolino Acquisti Cultura della Pace e il premio Matteotti. Ora è dottoranda in diritto del lavoro. Scrive per «Fanpage.it» e per «Valigia Blu». Questo è il suo libro d’esordio, edito da effequ.
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