«Haikoodle è un progetto nato come un gioco, una sfida», raccontano Martina e Simone: «"scrivi degli haiku!" "ok, ma tu li illustri" "ok, ma ne scrivi almeno uno a settimana" "ok, ma li condividiamo su internet" "ok, ma li pubblichiamo" "ok, ma scelgo io... ok, scegliamo noi la carta"... e così via per giorni. Gli haiku sono brevi poesie giapponesi di 17 sillabe in cui bisogna saper “sorprendere” il lettore con un “cambio di prospettiva” dopo 5 o 12 sillabe. In inglese gli scarabocchi si chi amano doodle, da qui, l’unione di un haiku con un doodle ha portato al nome del progetto: haikoodle. Tutto ha avuto inizio a Parigi, alla Coppa del mondo di Poetry Slam, durante uno slam di haiku. È stato divertente e illuminante, siamo usciti parlando solo di haiku e di quanto ci facessero pensare, sognare, vagare e sentire. Siamo tornati in Italia e abbiamo cominciato a preparare qualcosa di graficamente piacevole per accompagnare qualche haiku ed eccoci qui. Stiamo scrivendo e illustrando un libricino (15x15cm) con 52 haikoodle su carta martellata. Il 10 settembre è partita una campagna su Kickstarter per stampare 200 copie del libro e per avviare la produzione di alcuni oggetti: tazze, magliette, ecc. Per promuovere la campagna, proponiamo uno spettacolo di poesia e illustrazione dal vivo... finalmente la poesia potrà essere vissuta e “vista”».
Martina studia scenografia all'accademia del Teatro alla Scala di Milano, è una yogini e una drogata d'illustrazioni. Simone è un direttore del doppiaggio, urla in qualche gruppo e ha vinto il campionato italiano di poetry slam nel 2015 e nel 2016. Hanno unito le loro forze per esplorare l'unione tra illustrazione e poesia.
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