«Fateci cominciare dai bambini per rimettere pian piano in sesto questo mondo completamente sottosopra. (...). Saranno i bambini ad indicare agli adulti la via da percorrere (…). Se la guerra è veramente finita, se è lecito credere ad una pacifica convivenza dei popoli, allora questi libri saranno i primi messaggeri di pace».
Jella Lepman è stata una figura fondamentale per la cultura europea e non solo. Nella Germania del secondo dopoguerra, tra macerie materiali e morali, comprese che i libri per ragazzi, le illustrazioni, l’arte, l’incontro tra bambini, potevano essere uno strumento potentissimo per ricostruire quello che Hitler e la guerra avevano distrutto; sognava di poter creare ponti di libri che unissero i bambini tra di loro, abbattendo le barriere politiche e culturali che il nazismo aveva eretto nella popolazione e a questo dedicò tutta la sua vita. Nella sua autobiografia la Lepman ripercorre la propria straordinaria avventura tra casse di libri, generali burberi ma non troppo, creatività e impegno, fino alla realizzazione di un sogno che si concretizzerà molto più grande di quanto originariamente concepito: grazie al suo operato avrà inizio nel 1946 la Mostra Internazionale di Libri per Bambini di Monaco, la prima esposizione nazionale tedesca dopo la guerra; a lei si dovrà anche la fondazione della Jugendbibliothek di Monaco, la più grande biblioteca di libri per bambini al mondo; nel 1952 darà vita ad un’associazione dedita alla promozione della lettura per bambini e ragazzi, l’IBBY (International Board on Books for Young People), tutt’ora attiva anche in Italia con una serie di progetti, tra cui la creazione di una biblioteca per i bambini che sbarcano a Lampedusa.
* Anna Patrucco Becchi (Genova,1965) - Dopo studi letterari e filosofici in Italia e Germania ha iniziato la sua attività di traduttrice dal tedesco e poi anche dal nederlandese e dall'inglese, specializzandosi sempre più nel campo della letteratura per bambini e ragazzi. In passato ha collaborato con la rivista “Andersen” e continua ora a scrivere per alcune riviste internazionali di settore. A queste sue attività si sono aggiunte col tempo quelle di consulente editoriale, agente letterario e addetta stampa per importanti editori italiani e stranieri. Si dedica anche alla promozione della lettura organizzando incontri con autori, laboratori per bambini e seminari per insegnanti e bibliotecari. Per tre anni consecutivi è stata finalista del Premio Strega Ragazze e Ragazzi (sezione +11) con tre traduzioni dal nederlandese: prima con quella di “Nove braccia spalancate” di Benny Lindelauf (San Paolo 2016), poi con quella di “Hotel Grande A” di Sjoerd Kuyper (La Nuova Frontiera 2017) e infine con quella di “Come ho scritto un libro per caso” di Annet Huizing (La Nuova Frontiera 2018), che glielo ha fatto vincere nel 2019. Nel medesimo anno la sua Traduzione di Il nostro avvenire dorato di Benny Lindelauf è stata inserita nella IBBY Honour List come migliore traduzione italiana dell'anno. Da anni sta lavorando sulla vita di Jella Lepman. Su di lei ha scritto un lungo articolo e curato una mostra in Italia. Ha curato e tradotto la nuova edizione della sua autobiografia, "Un ponte di libri" (Sinnos Editrice) ed ora sta curando una nuova edizione tedesca della stessa.
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