"Nel cielo della cava rigato all’alba dal volo dritto delle pernici il fumo delle mine s'inteneriva, saliva lento le pendici a piombo. Dal rostro del palabotto si capovolsero le ondine trombettiere silenziose e affondarono rapide tra le spume che il tuo passo sfiorava. Vedo il sentiero che percorsi un giorno come un cane inquieto; lambe il fiotto, s’inerpica tra i massi e rado strame a tratti lo scancella. E tutto è uguale. Nella ghiaia bagnata s’arrovella un’eco degli scrosci. Umido brilla il sole sulle membra affaticate dei curvi spaccapietre che martellano. Polene che risalgono e mi portano qualche cosa di te. Un tràpano incide il cuore sulla roccia, — schianta attorno più forte un rombo. Brancolo nel fumo, ma rivedo: ritornano i tuoi rari gesti e il viso che aggiorna al davanzale, mi torna la tua infanzia dilaniata dagli spari!" Eugenio Montale - Punta del Mesco
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