A che pensi le ciglia spiegazzate il sorriso di creta agli angoli della bocca togliti le scarpe mettiti a sedere sul letto domani ci saluteremo abbiamo fatto un giro sui tetti allegramente bevendo Pernod in quelle calde mattinate tropicali ma perché i sentimenti muoiono e la carne diventa flaccida ti ho ucciso venti volte dentro il letto di notte senza scalfire i tuoi sogni laboriosi il tuo russare quieto mi dava pace ora leggiamo il giornale c'è un terremoto in Romania dei deputati si ficcano le dita negli occhi per una corruzione che li lega mani e piedi vecchie volgarità di santi bardati a festa occhi mafiosi lingue nere serafiche l'ostia scintilla sopra le giacche a doppiopetto non hai più tenerezza ma la tenerezza è delle donne mi dici la maternità la pace il latte la terra luoghi comuni che ci portiamo in spalle come bisacce cariche di buonsenso contadino prestami sorella i fiori della tua gonna lasciati toccare i capelli di fuoco sei così bionda e gioiosa il corpo delle donne è fatto di sangue di impulsi di ira non è vero che sa solo cantare tristemente e fasciare ferite e allattare bambini sa anche piantare un coltello fra le costole con mano di ghiaccio e sputare parole di pietra e intrecciare le liane dei pensieri e scavare un buco nella terra del potere per piantarci una bomba di puro ossigeno il mio amore ha la bocca piena di parole ragionevoli mi posa una mano sull' occhio per fermare il mio sguardo nemico a che pensi? non ho più fiato nella testa togliamoci le scarpe stendiamoci sulle coperte hai un buon odore di rose secche e capelli lavati pieghi meticolosamente i pantaloni sullo schienale della sedia forse ti ucciderò ancora una notte vilmente di spalle ascoltando il ronzio delle vespe contro il vetro della finestra socchiusa.
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